IMPERMANENZA
Le immagini di Patrizia Zelano realizzate in onore di rimembranze estetico-filosofiche nippo-buddhiste esprimono con forza e chiarezza la vera sostanza di ogni forma.
Esse palesano un intero integrato di soggetto e oggettività la cui "sostanza" è riconducibile al concetto di impermanenza o mujō; costituente centrale sia in estetica sia in filosofia in Giappone..
La noetica, cui rimanda la somma di soggetto e vuoto che lo circonda, nelle fotografie, aleggia, gravita, fluttua nella reciprocità dei fattori ponendosi nella loro arcana beltà, nella sobria raffinatezza e nel fascino della calma, tipica del wabi sabi, concetto che rappresenta e qualifica il cuore pulsante della tradizione giapponese.
Lo wabi sabi somma la catalisi di tutti gli aggettivi fin qui usati con l'aggiunta di un profondo senso di malinconia poggiante sulla contemplazione della irriducibilità dell'impermanenza.
Impermanenza intesa quale ambito designante una condizione permanente delle cose del mondo da non fraintendersi con alcuna potenzialità nichilistica attribuibile alle medesime. Quindi, lo spazio bianco (vuoto), presente nelle immagini, non stabilisce che le cose prima siano e poi non siano più, oppure divengano, ma statuisce l'impermanenza che le connota, qui ulteriormente enfatizzata dalla caducità dei frutti stessi.
Il prodotto dell'impermanenza è la coproduzione condizionata, l'origine dipendente dei fenomeni, e le immagini di Patrizia contengono questo dinamismo e identità della natura e pongono coproduzione e impermanenza quale piano dialettico rivelatore del loro essere, del loro esito.
Questo processo delle cose, trova una moderna definizione in quella che Nishida Kitarō precisa come "identità assolutamente contradditoria" (mujunteki jikodōitsu). Vale a dire che la realtà, l'essere, è nella sua pienezza nel momento in cui nega ciò che era producendosi in ciò che non è ancora. Quindi, nell'attimo del presente assoluto (nikon), o transpresente, nel quale la totalità dell'essere "vive morendo" possedendo se stessa in autonegazione contraddistinta dal movimento continuo del passato che è inghiottito dal presente e contrae sempre nuova vita...
Le immagini di Patrizia Zelano proiettano questa dimensionalità universa del mondo.
"I kaki scompariranno di lì a breve.
Qualche frutto matura, un altro cade acerbo.
E' stato bello specchiarvicisi.
Questo venire e andare delle cose ci situa
nell'unica dimensione possibile che è questo
preciso e assoluto momento in cui tutto è,
e tutto muta continuamente, eternamente.
Per assaggiare veramente questi kaki,
bisogna mangiare l'impermanenza fino in fondo."
Nello Zavattini